Visto: Prima di partire per il Myanmar, avevamo dei dubbi
sull’estensione del visto. La nostra idea era quello di usufruire del visto
elettronico, che può essere richiesto sul sito www.evisa.moip.gov.mm che
permette agli italiani di restare in Myanmar per 28gg. L’estensione del visto
non può essere effettuato in nessun ufficio immigrazione del Paese ma c’è la
possibilità, di restare per un massimo di 90 gg, pagando 3$US al gg
al momento dell’uscita. Noi siamo rimasti in Myanmar per un totale di 42gg e
alla frontiera con la Tailandia gli ufficiali sono rimasti un po' sorpresi
della nostra situazione, ma dopo un paio di telefonate, e qualche foglio da
firmare, abbiamo pagato per i nostri 14 giorni di “over stay” e ci hanno
lasciato uscire. Niente di più semplice anche se ai confini terrestri, le
pratiche possono risultare più lunghe del previsto.
Cambio: Al momento del nostro viaggio il cambio si attestava
intorno ai 1710 Kyat per un euro. Viaggiando per un lungo periodo abbiamo
sempre ritirato agli ATM che da qualche anno sono funzionanti e presenti almeno
nelle cittadine più importanti. Se pensate di uscire un po' dai circuiti
turistici, meglio portarsi dietro un po' più di contanti. Da ricordarsi che non
si possono ritirare più di 300.000kyat per volta che corrispondono all’incirca
a 176€.
Sicurezza: Il Myanmar è un Paese molto
sicuro, non ci siamo sentiti in pericolo, neppure nelle grandi città. Abbiamo
viaggiato di notte, arrivando anche in ore assurde nel bel mezzo della notte e
sempre qualcuno ci ha aiutato a trovare la nostra sistemazione o a raggiungere
il trasporto successivo. Nessun tipo di pericolo se non la guida assurda dei
birmani. Abbiamo assistito a degli incidenti molto frequenti soprattutto nella
zona di Mandalay. Per attraversare le strade c’è da armarsi di santa pazienza e
di tanto coraggio. Ogni volta che attraversavo la strada mi sembrava di essere
la rana del famoso gioco Arcade della Konami “FROGGER”
Trasporti: I trasporti in Myanmar non sono proprio così ben
organizzati, anche se le cittadine più turistiche sono ben collegate.
Naturalmente, uscendo dai circuiti turistici c’è da armarsi di santa pazienza,
sia per l’impossibilità di comunicare, sia perché spesso non esistono
collegamenti veri e propri. Abbiamo utilizzato qualsiasi tipo di mezzo di
trasporto, dai bus locali, treni lentissimi e bus di lunga percorrenza; taxi
condivisi e tutta una serie di tuk-tuk, moto-taxi e risciò. In un paio di
circostanze abbiamo utilizzato pure calessi trainati da cavalli. A Bagan, il
sito turistico più visitato del Paese c’è la possibilità di noleggiare e-bike,
mentre in molte occasioni, per visitare le zone più remote, abbiamo noleggiato
dei semplici scooter. Nel nord del Paese, abbiamo viaggiato spesso su barche,
soprattutto per coprire la tratta da Katha a Kyaukmyaung. Un viaggio bellissimo
sulle acque del fiume IRRAWADDY
Internet: Oramai internet è diffusissimo in tutto il Paese
nonostante le ristrettezze del governo. Nel nord del Paese, nei villaggi della
Stato Kachin era però quasi inesistente, anche negli alloggi. Nelle città e nei
ristoranti delle cittadine invece il Wi-fi è quasi sempre presente. I ragazzi
delle nuove generazioni sono molto attivi su FBook e Istagram.
Lingua: La lingua ufficiale del Paese è
il Birmano, anche se esistono un centinaio di lingue diverse dovuto alla
presenza nel Paese di tantissime minoranze etniche. Due terzi della popolazione
comunque parla il birmano mentre tra le altre lingue più utilizzate ricordo il
l’Intha il Danu o l’Arakanese, che viene usato soprattutto nello stato del Rakhine.
L’inglese dovrebbe essere insegnato a scuola ma noi abbiamo avuto dei grossi
problemi di comunicazione, soprattutto al nord dove abbiamo passato la maggior
parte del nostro tempo. Nelle scuole monastiche i giovani sono più bravi con
l’utilizzo dell’inglese, resta comunque il fatto che al di fuori delle città e
dei circuiti turistici nessuno parla l’inglese. La scrittura birmana è senza
dubbio la più bizzarra che abbia mai
visto, naturalmente incomprensibile anche dopo 6 settimane di permanenza nel Paese.
Cibo : La cucina Birmania non è così
conosciuta come le più famose cucine asiatiche dell’India o della Tailandia, e
soprattutto non ha una grossa varietà. I mercati rimangono sempre il luogo
migliore dove assaporare le pietanze del Paese, ma spesso soprattutto di sera
si rischia di rimanere senza cena visto la chiusura prematura di ogni qualsiasi
mercato o ristorante. La colazione è quasi sempre compreso negli hotel che
servono spesso zuppe e noodles e l’immancabile rice curry. Uno dei miei piatti
preferiti rimane senza dubbio il mohinga, una zuppa di pesce con vermicelli e
una serie illimitata di altri ingredienti; dall’uovo bollito, alle frittelle di
verdura, il tutto reso ancor più delizioso da spezie quali citronella, lime,
peperoncino e cipolla. Questa zuppa, come del resto i piatti di noodles,
variano a secondo soprattutto dallo Stato in cui ti trovi. Esistono pochi
ristoranti che meritano questo appellativo, ma le famose teahouse, sono un ottimo
luogo per assaporare il cibo e la cultura locale. L’immancabile te con latte
tipo chai indiano è molto speziato e gradevole durante i pasti mentre la birra
locale non è nulla di eccezionale. Tra le bevande più diffuse nel Paese si
trova il Lassi e il succo di canna da zucchero, e anche se la frutta è molto presente
nel Paese ci ha sorpreso la quasi assenza di frullati.
Clima : Visitare il Myanmar nel periodo
invernale (Novembre- Marzo), significa giornate luminose e con sole, con
assenza totale di pioggia. E’ senza dubbio il periodo migliore, anche se al
nord, nei pressi del lago Indawggy, le temperature erano decisamente più basse
con nebbie mattutine in attesa di caldi pomeriggi. Il clima migliore l’abbiamo
incontrato sicuramente a Hpa-An, nel sud del Paese.
Gente: La gente
birmana è molto accogliente e curiosa di conoscerti. Sono sempre pronti ad
aiutarti e si fanno in quattro per qualsiasi cosa. Penso sia ancora un retaggio
della colonizzazione se non del fatto che sia stato un Popolo oppresso dalla
dittatura per molti anni. Un’esperienza con le persone locali è indimenticabile.
Siamo rimasti per un paio di settimane in una scuola monastica, dove abbiamo
costruito grandi amicizie, sia con le persone civili sia con i monaci buddisti,
che ci hanno accolto come un fratello e una sorella. L’esperienza di volontariato
con i ragazzi del Tourism Assistent Project e con i gruppi di monaci buddisti è
sicuramente la cosa più interessante che abbiamo fatto durante la nostra
permanenza in Myanmar.
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